sabato 27 marzo 2010
LE STORICHE INTERVISTE DI PETER new edition..15 domande 15 a ERIKA FURLAN (7)
Settima intervista e prima donna che viene intervistata in questa mia rubrica...
Si chiama ERIKA FURLAN, ed e' una 19enne padovana tutta pepe e sex... eeheheh..
ed era lei,secondo me, proprio la donna giusta per essere la prima femmina a passare sotto le forche caudine della mia solita intervistona...
Ma ecco di getto l'intervista in tutta la sua immediatezza e brillantezza...
1)Cosa fai ERIKA nella vita? Studi o lavori?
Teoricamente studio..avrei l'ultimo anno di architettura a este..ma sono piu interessata ad avanzare nella strada del lavoro..precisamente nel campo di parrucchiera
2)Appassionata di musica, moda o sesso?? O appassionata di maschi???
Appassionata di tutte le cose nominate... ma principalmente di moda..
ma essendo una "donna" è ovvio l'interesse per il sesso e per i maschi!!
3)Cosa guardi di piu' in un ragazzo? Intendo sia caratterialmente che fisicamente...
Mah ,fisicamente un po di tutto..ma devo ammettere che guardo tanto il culo...
Ma poi basta che abbia un bel carattere e sono apposto!!
4)Fisicamente cosa ti piace di piu' di te stessa e cosa invece cambieresti??
Mi piace molto il mio culo e le tette...
Ma cambierei un po il colore dei capelli e degli occhi perchè li vorrei piu' chiari..
5)Sei mai stata attratta sessualmente da una donna?? E hai mai fatto sesso con una persona del tuo stesso sesso??
Mai attratta dal mio stesso sesso..pero' ho fatto l'esperienza di baciare femmine e devo dire che ne bacio ancora ma ,comunque,per ora niente sesso con loro....
6)Cosa pensi di Dio e della Chiesa?? Avere una figlia che volesse farsi suora che sensazioni ti produrrebbe??
Non credo ne' a dio ne' alla chiesa..sono solo scritti x me..ma se qualcuno ci crede non lo giudico..
beh se mia figlia si facesse suora direi che è una scelta sua..anke se io proverei a farle cambiare idea in tutti i modi...
7)Il tuo rapporto con le discoteche e con la musica in genere com'e'?
Qual'e' la tua musica preferita?? Come vorresti fosse la tua serata ideale???
Mi piace molto andare in discoteca..soprattutto perche' trovo gente che magari in giro non trovo..
Sono appassionata di musica elettronica..ma anche commerciale e rap..
per quanto riguarda la serata ideale direi che forse sarebbe quella di uscire fino a tardi e dormire con gli amici con cui esco quella sera..
8)Ti attraggono le situazioni sessuali trasgressive? Hai mai partecipato a un'orgia?? Ti piacerebbe?? E delle cose a tre, con te ipoteticamente al centro di due maschi cosa pensi??
Si', questa idea del sesso mi piace..
L'idea dell orgia non l'ho mai provata..tante volte mi è stato proposta ma x adesso non ho ancora provato..
Stare tra due maschi? Mah stare tra due maschi direi che e' un'idea che mi alletta davvero molto...
9)Cos'hai pensato quando ti ho proposto quest'intervista?
Be' proviamo a farla tanto non mi scandalizzo..
10)Ti piace viaggiare?? Conoscere gente e posti nuovi??Il weekend dei tuoi sogni dove lo passeresti e con chi lo passeresti???
Girare è la cosa piu bella..conoscere gente nuova poi è il massimo..
Il weekend migliore sarebbe quello da organizzare alle Hawaai ,al mare, sotto il sole ,senza fare nulla per stare placidamente in riva al mare e in totale relax in spiaggia...
11)Quanto conta l'amicizia nella tua vita?Hai vere amiche?? Ed e' possibile l'amicizia tra un uomo e una donna o uno dei due alla fine punta sempre all'ipotetica scopata??
Credo molto nell'amicizia anche perche' senza amici non riuscirei a stare..
All'amicizia tra maschi e femmine ci credo ma,secondo me, il piu delle volte c'è sempre uno dei due che vuole una scopata..ma poi..chi non la vorrebbe???
12)Quanto tempo dedichi allo shopping? E come ti piace vestire??
A me basta comprare, non bado mai al tempo che passo a far shopping.. Certo,poi ci metto tempo per scegliere..a volte sono una cialtrona in certi casi..ma,devo dire che il piu' delle volte,alla fine, cerco di prendermi sempre cose decenti
13)Faresti ma la spogliarellista in qualche night club o proprio la porno star??
La porno star non la farei mai..ma magari se mi servissero soldi x forza o x necessità magari un lavoro come spogliarellista potrei anche farlo.. ma ripeto, lo farei solo x necessità..
14)Credi nell'amore eterno? E nella fedelta'??
L'amore eterno x me non esiste..almeno x la mia età..magari piu avanti potrebbe esserci..ma sicuramente non e' cosa di quest'età..
15)Il tuo piu' grande sogno.. qual'e'??
Be' ...direi farmi una bella settimana a passare le serate come in american pie...
GRANDE ERIKA... sei davvero una ragazza provocante come poche...
un bacio sulle tue tette magiche... !! Kisses
Si chiama ERIKA FURLAN, ed e' una 19enne padovana tutta pepe e sex... eeheheh..
ed era lei,secondo me, proprio la donna giusta per essere la prima femmina a passare sotto le forche caudine della mia solita intervistona...
Ma ecco di getto l'intervista in tutta la sua immediatezza e brillantezza...
1)Cosa fai ERIKA nella vita? Studi o lavori?
Teoricamente studio..avrei l'ultimo anno di architettura a este..ma sono piu interessata ad avanzare nella strada del lavoro..precisamente nel campo di parrucchiera
2)Appassionata di musica, moda o sesso?? O appassionata di maschi???
Appassionata di tutte le cose nominate... ma principalmente di moda..
ma essendo una "donna" è ovvio l'interesse per il sesso e per i maschi!!
3)Cosa guardi di piu' in un ragazzo? Intendo sia caratterialmente che fisicamente...
Mah ,fisicamente un po di tutto..ma devo ammettere che guardo tanto il culo...
Ma poi basta che abbia un bel carattere e sono apposto!!
4)Fisicamente cosa ti piace di piu' di te stessa e cosa invece cambieresti??
Mi piace molto il mio culo e le tette...
Ma cambierei un po il colore dei capelli e degli occhi perchè li vorrei piu' chiari..
5)Sei mai stata attratta sessualmente da una donna?? E hai mai fatto sesso con una persona del tuo stesso sesso??
Mai attratta dal mio stesso sesso..pero' ho fatto l'esperienza di baciare femmine e devo dire che ne bacio ancora ma ,comunque,per ora niente sesso con loro....
6)Cosa pensi di Dio e della Chiesa?? Avere una figlia che volesse farsi suora che sensazioni ti produrrebbe??
Non credo ne' a dio ne' alla chiesa..sono solo scritti x me..ma se qualcuno ci crede non lo giudico..
beh se mia figlia si facesse suora direi che è una scelta sua..anke se io proverei a farle cambiare idea in tutti i modi...
7)Il tuo rapporto con le discoteche e con la musica in genere com'e'?
Qual'e' la tua musica preferita?? Come vorresti fosse la tua serata ideale???
Mi piace molto andare in discoteca..soprattutto perche' trovo gente che magari in giro non trovo..
Sono appassionata di musica elettronica..ma anche commerciale e rap..
per quanto riguarda la serata ideale direi che forse sarebbe quella di uscire fino a tardi e dormire con gli amici con cui esco quella sera..
8)Ti attraggono le situazioni sessuali trasgressive? Hai mai partecipato a un'orgia?? Ti piacerebbe?? E delle cose a tre, con te ipoteticamente al centro di due maschi cosa pensi??
Si', questa idea del sesso mi piace..
L'idea dell orgia non l'ho mai provata..tante volte mi è stato proposta ma x adesso non ho ancora provato..
Stare tra due maschi? Mah stare tra due maschi direi che e' un'idea che mi alletta davvero molto...
9)Cos'hai pensato quando ti ho proposto quest'intervista?
Be' proviamo a farla tanto non mi scandalizzo..
10)Ti piace viaggiare?? Conoscere gente e posti nuovi??Il weekend dei tuoi sogni dove lo passeresti e con chi lo passeresti???
Girare è la cosa piu bella..conoscere gente nuova poi è il massimo..
Il weekend migliore sarebbe quello da organizzare alle Hawaai ,al mare, sotto il sole ,senza fare nulla per stare placidamente in riva al mare e in totale relax in spiaggia...
11)Quanto conta l'amicizia nella tua vita?Hai vere amiche?? Ed e' possibile l'amicizia tra un uomo e una donna o uno dei due alla fine punta sempre all'ipotetica scopata??
Credo molto nell'amicizia anche perche' senza amici non riuscirei a stare..
All'amicizia tra maschi e femmine ci credo ma,secondo me, il piu delle volte c'è sempre uno dei due che vuole una scopata..ma poi..chi non la vorrebbe???
12)Quanto tempo dedichi allo shopping? E come ti piace vestire??
A me basta comprare, non bado mai al tempo che passo a far shopping.. Certo,poi ci metto tempo per scegliere..a volte sono una cialtrona in certi casi..ma,devo dire che il piu' delle volte,alla fine, cerco di prendermi sempre cose decenti
13)Faresti ma la spogliarellista in qualche night club o proprio la porno star??
La porno star non la farei mai..ma magari se mi servissero soldi x forza o x necessità magari un lavoro come spogliarellista potrei anche farlo.. ma ripeto, lo farei solo x necessità..
14)Credi nell'amore eterno? E nella fedelta'??
L'amore eterno x me non esiste..almeno x la mia età..magari piu avanti potrebbe esserci..ma sicuramente non e' cosa di quest'età..
15)Il tuo piu' grande sogno.. qual'e'??
Be' ...direi farmi una bella settimana a passare le serate come in american pie...
GRANDE ERIKA... sei davvero una ragazza provocante come poche...
un bacio sulle tue tette magiche... !! Kisses
Rammstein - intro - Rammlied - Lisboa HD
questo gruppo metal mi acchiappa molto..
giovedì 25 marzo 2010
si riprende da domani con le storiche interviste di PETER...
Dopo una pausa diciamo tecnica si riprende da domani con la nuova edizione delle mie storiche interviste e che son parte essenziale di questo blog...
L'intervista che verra' pubblicata domani ,e che giace nei mie archivi da 3 settimane, sara' quella con CARLO MALI...
In arrivo poi la prima intervista femminile di questa nuova serie...e che vedra' come protagonista la frizzante ERIKA FURLAN..
Come sempre amo dire, PETER puo' eclissarsi ,a volte, ma ricordatevi che non tramontera' mai... !!!!!
...aahahaahaha..
comunque sia, buona serata a tutti voi mie cari lettori e lettrici...
L'intervista che verra' pubblicata domani ,e che giace nei mie archivi da 3 settimane, sara' quella con CARLO MALI...
In arrivo poi la prima intervista femminile di questa nuova serie...e che vedra' come protagonista la frizzante ERIKA FURLAN..
Come sempre amo dire, PETER puo' eclissarsi ,a volte, ma ricordatevi che non tramontera' mai... !!!!!
...aahahaahaha..
comunque sia, buona serata a tutti voi mie cari lettori e lettrici...
martedì 23 marzo 2010
PETRUCCI... te e le tue norme talebane....
da CORRIERE.IT
«Rosso per le bestemmie in campo?
Violata la libertà di espressione»
Il sindacato internazionale dei calciatori (FifPro)
contro le nuove norme della Figc
PETRUCCI «hanno perso un'occasione per tacere»
MILANO - Le nuove norme decise dalla Federcalcio italiana contro le bestemmie dei calciatori sono una «violazione dei diritti fondamentali per la libertà di espressione». La FifPro, l'organizzazione internazionale che rappresenta i giocatori professionisti, protesta in maniera molto ferma contro il nuovo giro di vite deciso in Italia dalla Figc, che prevede anche il rosso diretto per parole blasfeme e la squalifica - in caso di episodi non visti dall'arbitro - grazie alla prova televisiva. Dall'entrata in vigore delle nuove norme già più di uno gli episodi: i primi a farne le spese sono stati il tecnico del Chievo, Domenico De Carlo, e il giocatore del Parma David Lanzafame
DIRITTI FONDAMENTALI - «Come chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione» spiega sul sito della FifPro Wil Van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che «ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole». Il legale ricorda inoltre che «in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni».
CONI - Non si fa attendere la reazione di Gianni Petrucci. «La FifPro ha perso un'occasione per tacere» dichiara il presidente del Coni. Era stato proprio Petrucci a sollecitare un intervento della Figc contro le bestemmie in campo.
«Rosso per le bestemmie in campo?
Violata la libertà di espressione»
Il sindacato internazionale dei calciatori (FifPro)
contro le nuove norme della Figc
PETRUCCI «hanno perso un'occasione per tacere»
MILANO - Le nuove norme decise dalla Federcalcio italiana contro le bestemmie dei calciatori sono una «violazione dei diritti fondamentali per la libertà di espressione». La FifPro, l'organizzazione internazionale che rappresenta i giocatori professionisti, protesta in maniera molto ferma contro il nuovo giro di vite deciso in Italia dalla Figc, che prevede anche il rosso diretto per parole blasfeme e la squalifica - in caso di episodi non visti dall'arbitro - grazie alla prova televisiva. Dall'entrata in vigore delle nuove norme già più di uno gli episodi: i primi a farne le spese sono stati il tecnico del Chievo, Domenico De Carlo, e il giocatore del Parma David Lanzafame
DIRITTI FONDAMENTALI - «Come chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione» spiega sul sito della FifPro Wil Van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che «ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole». Il legale ricorda inoltre che «in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni».
CONI - Non si fa attendere la reazione di Gianni Petrucci. «La FifPro ha perso un'occasione per tacere» dichiara il presidente del Coni. Era stato proprio Petrucci a sollecitare un intervento della Figc contro le bestemmie in campo.
..rimango sempre uno dei pochi esseri umani ad esser dotato del tasto RESET...
a me piace RICOMINCIARE... a me piace RINASCERE.. a me piace SVERGINARE nuove situazioni.. a me piace REINVENTARMI con forme sempre nuove.. a me piace essere PETER e,se posso, anche l'ANTIPETER..
ma soprattutto a me piace schiacciare il tasto RESET e vedere che succede...tanto so che la mia anima e' immortale perche' DIO l'ha voluta cosi'...
kisses
ma soprattutto a me piace schiacciare il tasto RESET e vedere che succede...tanto so che la mia anima e' immortale perche' DIO l'ha voluta cosi'...
kisses
lunedì 22 marzo 2010
L'HOMO ZAPPIENS e l'HOMO VIDENS spesso son nemici dell'HOMO SAPIENS!!!
da CORRIERE.IT del 22 marzo 2010
Sconnessi e somari
di GIOVANNI SARTORI.
Analfabeta è chi non sa l’alfabeto, e che perciò non sa leggere né scrivere. Beninteso, anche l’analfabeta parla e capisce frasi elementari. Per esempio capisce la frase «il gatto miagola», ma è già in difficoltà se la frase diventa «il gatto miagola perché vorrebbe bere il latte». L’esempio è di Tullio De Mauro, principe dei nostri linguisti, che torna alla carica con una nuova edizione del suo libro La cultura degli italiani. Cultura o incultura?
I suoi dati dicono che il 70% degli italiani è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno: fatica a comprendere testi, non legge niente, nemmeno i giornali. Per il sapere un 70% di somari è una maggioranza deprimente; e per la politica costituisce un’asinocrazia travolgente e facile da travolgere. Perché siamo arrivati, o scesi, a tanto? Quasi tutti puntano il dito sullo sfascio della scuola, a tutti i livelli. Perché è la scuola che dovrebbe «alfabetizzare ». Sì, ma chi ha sfasciato la scuola? Alla fonte, e più di ogni altro, sono stati i pedagogisti, il «novitismo pedagogico», i diseducatori degli educatori. E poi, s’intende, tanti altri: il sessantottismo demagogico dei politici, e anche la marea dilagante delle famiglie Spockiane (illuminate dal permissivismo a gogo del celebre dottore Benjamin Spock).
Ma quando si discute di trasformazioni della natura umana (io nel 1997 nel libro Homo Videns e di recente altri con la formula dell’Homo Zappiens) allora il fattore decisivo è la tecnologia. Così alla fine del 1400 nasce l’uomo di Gutenberg con l’invenzione della riproduzione a stampa della preesistente scrittura a mano; così, sostengo, l’invenzione della televisione crea un uomo forgiato dal «vedere» il cui sapere e capire si riduce all’ambito delle cose visibili a danno delle idee, delle immagini mentali create dal pensiero. Al limite, l’homo videns sa soltanto se vede e soltanto di quel che vede. Il che equivale a una perdita colossale delle nostre capacità mentali. Invece la teoria dell’homo zappiens trasforma questa perdita in una glorificazione, in un annunzio di nuovi e gloriosi destini.
La dizione è ricavata dal telecomando che consente e produce il cambiamento incessante dei canali televisivi; il che abituerebbe il nostro cervello al cosiddetto multitasking, al saper fare molte cose contemporaneamente. Davvero? Io direi, invece, che così veniamo abituati alla «sconnessione », a un saltare di palo in frasca che equivale alla distruzione della logica, della capacità logica di pensare una cosa alla volta, di mettere questa scomposizione analitica in sequenza, e nell’accertare se un rapporto prima-dopo sia anche un rapporto causa- effetto. Il progresso della tecnica è inevitabile.Ma deve essere contrastato quando produce l’homo stupidus stupidus. Sempre più i ragazzi di oggi vivono per 12 ore al giorno in «iperconnessione » e così, anche, in «sconnessione». Sono giustamente disgustati dalla politica. Ma dovrebbero anche essere disgustati di se stessi. Cosa sapranno combinare da grandi?
Giovanni Sartori
22 marzo 2010
Sconnessi e somari
di GIOVANNI SARTORI.
Analfabeta è chi non sa l’alfabeto, e che perciò non sa leggere né scrivere. Beninteso, anche l’analfabeta parla e capisce frasi elementari. Per esempio capisce la frase «il gatto miagola», ma è già in difficoltà se la frase diventa «il gatto miagola perché vorrebbe bere il latte». L’esempio è di Tullio De Mauro, principe dei nostri linguisti, che torna alla carica con una nuova edizione del suo libro La cultura degli italiani. Cultura o incultura?
I suoi dati dicono che il 70% degli italiani è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno: fatica a comprendere testi, non legge niente, nemmeno i giornali. Per il sapere un 70% di somari è una maggioranza deprimente; e per la politica costituisce un’asinocrazia travolgente e facile da travolgere. Perché siamo arrivati, o scesi, a tanto? Quasi tutti puntano il dito sullo sfascio della scuola, a tutti i livelli. Perché è la scuola che dovrebbe «alfabetizzare ». Sì, ma chi ha sfasciato la scuola? Alla fonte, e più di ogni altro, sono stati i pedagogisti, il «novitismo pedagogico», i diseducatori degli educatori. E poi, s’intende, tanti altri: il sessantottismo demagogico dei politici, e anche la marea dilagante delle famiglie Spockiane (illuminate dal permissivismo a gogo del celebre dottore Benjamin Spock).
Ma quando si discute di trasformazioni della natura umana (io nel 1997 nel libro Homo Videns e di recente altri con la formula dell’Homo Zappiens) allora il fattore decisivo è la tecnologia. Così alla fine del 1400 nasce l’uomo di Gutenberg con l’invenzione della riproduzione a stampa della preesistente scrittura a mano; così, sostengo, l’invenzione della televisione crea un uomo forgiato dal «vedere» il cui sapere e capire si riduce all’ambito delle cose visibili a danno delle idee, delle immagini mentali create dal pensiero. Al limite, l’homo videns sa soltanto se vede e soltanto di quel che vede. Il che equivale a una perdita colossale delle nostre capacità mentali. Invece la teoria dell’homo zappiens trasforma questa perdita in una glorificazione, in un annunzio di nuovi e gloriosi destini.
La dizione è ricavata dal telecomando che consente e produce il cambiamento incessante dei canali televisivi; il che abituerebbe il nostro cervello al cosiddetto multitasking, al saper fare molte cose contemporaneamente. Davvero? Io direi, invece, che così veniamo abituati alla «sconnessione », a un saltare di palo in frasca che equivale alla distruzione della logica, della capacità logica di pensare una cosa alla volta, di mettere questa scomposizione analitica in sequenza, e nell’accertare se un rapporto prima-dopo sia anche un rapporto causa- effetto. Il progresso della tecnica è inevitabile.Ma deve essere contrastato quando produce l’homo stupidus stupidus. Sempre più i ragazzi di oggi vivono per 12 ore al giorno in «iperconnessione » e così, anche, in «sconnessione». Sono giustamente disgustati dalla politica. Ma dovrebbero anche essere disgustati di se stessi. Cosa sapranno combinare da grandi?
Giovanni Sartori
22 marzo 2010
L'ITALIA sempre piu' ANTICRISTIANA...
da CORRIERE.IT del 21 marzo 2010
Un'Italia anticristiana
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA.
Sempre più di frequente il discorso pubblico delle società occidentali mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo. All'indifferenza e alla lontananza che fino a qualche anno fa erano la regola, a una secolarizzazione per così dire silenziosa, vanno progressivamente sostituendosi un'irrisione impaziente, un'aperta aggressività che non è più solo appannaggio di ristrette cerchie di colti, come invece avveniva un tempo. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l’idea cristiana nel suo complesso, come dicevo, ma naturalmente, non foss'altro che per ragioni numeriche e di rappresentanza simbolica, sono poi quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa a essere presi in special modo di mira. Dappertutto, ma, come è ovvio, in Italia più che altrove.
Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l'autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l'adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro «diritti », il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l'ostilità all'uso dei preservativi e dunque l'appoggio di fatto alla diffusione dell'Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l'intolleranza congenita: la lista dei capi d'accusa è pressoché infinita, come si vede, e se ne assommano di vecchi, di nuovi e di nuovissimi. Ma da un po' di tempo vi si aggiunge qualcosa che contribuisce a dare a quelle imputazioni un peso e un senso diversi, un impatto più largo e distruttivo, finendo per unirle tutte nel segno di un attacco solo complessivo. Questo qualcosa è un radicalismo enfatico nutrito d'acrimonia; è, insieme, una contestazione sul terreno dei principi, un chiedere conto dal tono oltraggiato e perentorio che dà tutta l'idea di voler preludere a una storica resa dei conti. Ciò che più colpisce, infatti, della situazione odierna — e non solo immagino chi è credente ma pure, e forse più, chi come il sottoscritto non lo è—è soprattutto l'ovvietà ideologico-culturale della posizione anticristiana, la sua facile diffusione, oramai, anche in ambienti e strati sociali non particolarmente colti ma «medi», anche «popolari». Ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno più nulla. Si direbbe — esagero certo, ma appena un poco — che ormai nelle nostre società, a cominciare dall'Italia, lo stesso senso comune della maggioranza stia diventando di fatto anticristiano. Anche se esso preferisce perlopiù nascondersi dietro la polemica contro le «colpe» o i «ritardi» della Chiesa cattolica.
Tra i tanti e assai complessi motivi che stanno dietro questa grande trasformazione dello spirito pubblico del Paese ne cito tre che mi paiono particolarmente significativi.
Al primo posto l'ingenuità modernista, l'illuminismo divenuto chiacchiera da bar. Ci piace pensarci compiutamente moderni, e modernità sembra voler dire che gli unici limiti legittimi siano quelli che ci poniamo noi stessi.
Le vecchie autorità sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Siamo capaci di amministrarci finalmente da soli, non c'è bisogno d'alcuna trascendenza che c'insegni dov'è il bene e dov'è il male. Che cosa c'entrano dunque la religione con i suoi comandamenti, i preti con i loro divieti? Accade così che ogni cosa che getta ombra sull' una o sugli altri ci appaia allora come la rassicurante conferma della nostra superiorità: alla fin fine siamo migliori di chi pure vorrebbe farci continuamente la lezione.
E poi — ecco un secondo motivo — la Chiesa e tutto ciò che la riguarda (religione inclusa) ricadono nella condanna liquidatoria del passato, di qualsiasi passato, che in Italia si manifesta con un'ampiezza che non ha eguali. Il che significa non solo che tutto ciò che è antico, che sta in una tradizione, è perciò stesso sempre più sentito come lontano ed estraneo (unica eccezione l'eno-gastronomia: l'ideologia dello slow food è la sola tradizione in cui gli italiani di oggi si riconoscono realmente), ma significa anche, questa messa in mora del passato, che il pensare in termini storici sta ormai diventando una rarità. Sempre più diffusi, invece, l'ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l'antistoricismo, l'applicazione dei criteri di oggi ai fatti di ieri: da cui la ridicola condanna di tutte le malefatte, le uccisioni e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, a maggior gloria di un eticismo presuntuoso che pensa di avere l'ultima parola su tutto.
E da ultimo il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto dell'appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l'ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto, perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza.
Ernesto Galli Della Loggia
21 marzo 2010
Un'Italia anticristiana
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA.
Sempre più di frequente il discorso pubblico delle società occidentali mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo. All'indifferenza e alla lontananza che fino a qualche anno fa erano la regola, a una secolarizzazione per così dire silenziosa, vanno progressivamente sostituendosi un'irrisione impaziente, un'aperta aggressività che non è più solo appannaggio di ristrette cerchie di colti, come invece avveniva un tempo. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l’idea cristiana nel suo complesso, come dicevo, ma naturalmente, non foss'altro che per ragioni numeriche e di rappresentanza simbolica, sono poi quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa a essere presi in special modo di mira. Dappertutto, ma, come è ovvio, in Italia più che altrove.
Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l'autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l'adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro «diritti », il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l'ostilità all'uso dei preservativi e dunque l'appoggio di fatto alla diffusione dell'Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l'intolleranza congenita: la lista dei capi d'accusa è pressoché infinita, come si vede, e se ne assommano di vecchi, di nuovi e di nuovissimi. Ma da un po' di tempo vi si aggiunge qualcosa che contribuisce a dare a quelle imputazioni un peso e un senso diversi, un impatto più largo e distruttivo, finendo per unirle tutte nel segno di un attacco solo complessivo. Questo qualcosa è un radicalismo enfatico nutrito d'acrimonia; è, insieme, una contestazione sul terreno dei principi, un chiedere conto dal tono oltraggiato e perentorio che dà tutta l'idea di voler preludere a una storica resa dei conti. Ciò che più colpisce, infatti, della situazione odierna — e non solo immagino chi è credente ma pure, e forse più, chi come il sottoscritto non lo è—è soprattutto l'ovvietà ideologico-culturale della posizione anticristiana, la sua facile diffusione, oramai, anche in ambienti e strati sociali non particolarmente colti ma «medi», anche «popolari». Ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno più nulla. Si direbbe — esagero certo, ma appena un poco — che ormai nelle nostre società, a cominciare dall'Italia, lo stesso senso comune della maggioranza stia diventando di fatto anticristiano. Anche se esso preferisce perlopiù nascondersi dietro la polemica contro le «colpe» o i «ritardi» della Chiesa cattolica.
Tra i tanti e assai complessi motivi che stanno dietro questa grande trasformazione dello spirito pubblico del Paese ne cito tre che mi paiono particolarmente significativi.
Al primo posto l'ingenuità modernista, l'illuminismo divenuto chiacchiera da bar. Ci piace pensarci compiutamente moderni, e modernità sembra voler dire che gli unici limiti legittimi siano quelli che ci poniamo noi stessi.
Le vecchie autorità sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Siamo capaci di amministrarci finalmente da soli, non c'è bisogno d'alcuna trascendenza che c'insegni dov'è il bene e dov'è il male. Che cosa c'entrano dunque la religione con i suoi comandamenti, i preti con i loro divieti? Accade così che ogni cosa che getta ombra sull' una o sugli altri ci appaia allora come la rassicurante conferma della nostra superiorità: alla fin fine siamo migliori di chi pure vorrebbe farci continuamente la lezione.
E poi — ecco un secondo motivo — la Chiesa e tutto ciò che la riguarda (religione inclusa) ricadono nella condanna liquidatoria del passato, di qualsiasi passato, che in Italia si manifesta con un'ampiezza che non ha eguali. Il che significa non solo che tutto ciò che è antico, che sta in una tradizione, è perciò stesso sempre più sentito come lontano ed estraneo (unica eccezione l'eno-gastronomia: l'ideologia dello slow food è la sola tradizione in cui gli italiani di oggi si riconoscono realmente), ma significa anche, questa messa in mora del passato, che il pensare in termini storici sta ormai diventando una rarità. Sempre più diffusi, invece, l'ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l'antistoricismo, l'applicazione dei criteri di oggi ai fatti di ieri: da cui la ridicola condanna di tutte le malefatte, le uccisioni e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, a maggior gloria di un eticismo presuntuoso che pensa di avere l'ultima parola su tutto.
E da ultimo il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto dell'appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l'ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto, perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza.
Ernesto Galli Della Loggia
21 marzo 2010
domenica 21 marzo 2010
Adriano Canzian @ Cassero 19.03.2010 part.3.avi
grandissimo...
venerdì 19 marzo 2010
addio ROBERTINO... il ricordo di RINO TOMMASI !!
.
da UBITENNIS.COM di RINO TOMMASI
ADDIO ROBERTINO
Splendido compagno
L'intelligenza brillante e precoce, il carattere fiero, il talento, rendevano Roberto Lombardi un amico e collega insostituibile. Più persone come lui e ora il tennis italiano starebbe meglio. Ma la sua qualità più grande è stata il coraggio con cui ha affrontato la trappola tesagli dal destino.
La quantità e la qualità dei messaggi che gli amici di Ubitennis hanno voluto inviare per ricordare Roberto Lombardi sono la dimostrazione di come e quanto sia stato apprezzato il contributo da lui offerto al nostro tennis.
Io l’ho conosciuto la prima volta a Casale nel 1964 dove mi ero trovato a giocare un torneo di seconda categoria e dove lui, che aveva 14 anni, aveva vinto una prova giovanile. Mi trovavo da quelle parti per ragioni pugilistiche. L’ho ritrovato qualche mese dopo ad Ancona dove ho vinto l’ultimo (o quasi) dei tornei della mia modesta carriera e mi aveva fatto piacere invitarlo a colazione.
Mi aveva colpito, in un ragazzino, la capacità di analizzare alcuni aspetti non proprio evidenti di un gioco che ancora non aveva avuto la possibilità ed il tempo di conoscere a fondo ma che la sua precoce intelligenza gli aveva consentito di anticipare.
Qualche anno dopo (1970) mi è capitato di doverlo incontrare in un torneo, anche quello di seconda categoria, che avevo organizzato presso il Circolo Canottieri Roma. Mi ricordo la fascia che gli fermava i capelli biondi e troppo lunghi, per miei gusti antiquati, e mi ricordo anche il doppio 6-3 che mi ha impietosamente inflitto.
Quando nel 1981 ho assunto la direzione dei servizi sportivi di Canale 5 appena sono riuscito a convincere Berlusconi ad aprire una finestra tennistica ed ho avuto la possibilità di costruire una redazione adeguata mi è sembrato naturale rivolgermi prima a Gianni Clerici e poi ad Ubaldo, amici tennisti di vecchia data, quindi, quando nel 1988 sono riuscito ad ottenere i diritti di Wimbledon, e c‘era la necessità di avere più voci competenti ed intelligenti per seguire un torneo dello Slam, la prima scelta è stata, a quel punto, Roberto, che aveva smesso di giocare da poco e stava iniziando una carriera da tecnico ma anche da giornalista.
Robertino, come tutti quelli che hanno intelligenza e carattere, non aveva un carattere facile. In un ristorante di New York prima ancora di ordinare lo avevo già classificato come il peggior cliente di ristorante. Alle normali difficoltà di ottenere i piatti preferiti Roberto aggiungeva la lite con il cameriere, non sempre in grado di capire il suo spirito e le sue battute.
Su questa sua caratteristica abbiamo scherzato mille volte in tanti anni di felice collaborazione.
Più e meglio di Clerici ed Ubaldo, preoccupati di distrarre i telespettatori con considerazioni che qualche volta mi inducevano a sovrappormi alle immagini e trascurare il punteggio, Roberto mi assecondava volentieri in quello scambio di battute e di opinioni con gli amici che durante le nostre telecronache avevano la bontà di inviarci dei messaggi che a mio parere integravano bene il racconto tennistico e rinforzavano il rapporto di simpatia con coloro che ci seguivano da casa.
Una volta, in occasione di un Masters che si giocava a Shanghai, il collegamento era iniziato alle 6 del mattino e dopo appena 20 minuti avevamo già ricevuto 120-130 messaggi Un aspetto a torto trascurato da molti telecronisti ed anche – purtroppo – da qualche dirigente.
Ristoranti e camerieri a parte, su alcune caratteristiche del talento di Robertino ci siamo molto divertiti. Era diventata una gag quella di scherzare sulla sua definizione di “occhio dominante”, una sua geniale intuizione tecnica, che io cercavo inutilmente di frenare.
Tuttavia la sua qualità migliore, oltre alla competenza, alla cultura, alla preparazione storica e personale, all’umorismo è stata il coraggio con cui ha affrontato quest’ultima trappola che il destino gli ha preparato. Roberto era consapevole che la sua malattia non offriva possibilità di recupero o di miglioramento ma chi lo ascoltava in telecronaca non se ne è mai accorto. Ha avuto la fortuna di avere una compagna, Caterina, che lo ha aiutato ed assistito oltre ogni limite di umana solidarietà.
Non sono molto adatto, in circostanze come questa, ad esprimere quello che sento e che ho provato.
Evitavo di informarmi sulle sue condizioni per non trasmettergli l’ansia che purtroppo aumentava ad ogni incontro, ad ogni telecronaca.
Aggiungo un’ultima considerazione. Volendo spiegare la differenza di organizzazione e di valori tra il tennis francese e quello italiano, sono convinto che se avessimo avuto qualche Lombardi di più e qualche campione di meno lo stato di salute del nostro tennis sarebbe molto migliore.
Di più non sono capace di dire. Con tutto il rispetto per altri colleghi e collaboratori che mi hanno aiutato in questo lavoro, mi piace confermare quello che ho scritto nel mio ultimo libro e che la formazione con Gianni Clerici, Ubaldo e Robertino, ognuno unico ed insostituibile nel suo ruolo e nelle sue caratteristiche, sia stata la migliore mai messa in campo al servizio del tennis televisivo.
Addio Robertino.
RINO TOMMASI
da UBITENNIS.COM di RINO TOMMASI
ADDIO ROBERTINO
Splendido compagno
L'intelligenza brillante e precoce, il carattere fiero, il talento, rendevano Roberto Lombardi un amico e collega insostituibile. Più persone come lui e ora il tennis italiano starebbe meglio. Ma la sua qualità più grande è stata il coraggio con cui ha affrontato la trappola tesagli dal destino.
La quantità e la qualità dei messaggi che gli amici di Ubitennis hanno voluto inviare per ricordare Roberto Lombardi sono la dimostrazione di come e quanto sia stato apprezzato il contributo da lui offerto al nostro tennis.
Io l’ho conosciuto la prima volta a Casale nel 1964 dove mi ero trovato a giocare un torneo di seconda categoria e dove lui, che aveva 14 anni, aveva vinto una prova giovanile. Mi trovavo da quelle parti per ragioni pugilistiche. L’ho ritrovato qualche mese dopo ad Ancona dove ho vinto l’ultimo (o quasi) dei tornei della mia modesta carriera e mi aveva fatto piacere invitarlo a colazione.
Mi aveva colpito, in un ragazzino, la capacità di analizzare alcuni aspetti non proprio evidenti di un gioco che ancora non aveva avuto la possibilità ed il tempo di conoscere a fondo ma che la sua precoce intelligenza gli aveva consentito di anticipare.
Qualche anno dopo (1970) mi è capitato di doverlo incontrare in un torneo, anche quello di seconda categoria, che avevo organizzato presso il Circolo Canottieri Roma. Mi ricordo la fascia che gli fermava i capelli biondi e troppo lunghi, per miei gusti antiquati, e mi ricordo anche il doppio 6-3 che mi ha impietosamente inflitto.
Quando nel 1981 ho assunto la direzione dei servizi sportivi di Canale 5 appena sono riuscito a convincere Berlusconi ad aprire una finestra tennistica ed ho avuto la possibilità di costruire una redazione adeguata mi è sembrato naturale rivolgermi prima a Gianni Clerici e poi ad Ubaldo, amici tennisti di vecchia data, quindi, quando nel 1988 sono riuscito ad ottenere i diritti di Wimbledon, e c‘era la necessità di avere più voci competenti ed intelligenti per seguire un torneo dello Slam, la prima scelta è stata, a quel punto, Roberto, che aveva smesso di giocare da poco e stava iniziando una carriera da tecnico ma anche da giornalista.
Robertino, come tutti quelli che hanno intelligenza e carattere, non aveva un carattere facile. In un ristorante di New York prima ancora di ordinare lo avevo già classificato come il peggior cliente di ristorante. Alle normali difficoltà di ottenere i piatti preferiti Roberto aggiungeva la lite con il cameriere, non sempre in grado di capire il suo spirito e le sue battute.
Su questa sua caratteristica abbiamo scherzato mille volte in tanti anni di felice collaborazione.
Più e meglio di Clerici ed Ubaldo, preoccupati di distrarre i telespettatori con considerazioni che qualche volta mi inducevano a sovrappormi alle immagini e trascurare il punteggio, Roberto mi assecondava volentieri in quello scambio di battute e di opinioni con gli amici che durante le nostre telecronache avevano la bontà di inviarci dei messaggi che a mio parere integravano bene il racconto tennistico e rinforzavano il rapporto di simpatia con coloro che ci seguivano da casa.
Una volta, in occasione di un Masters che si giocava a Shanghai, il collegamento era iniziato alle 6 del mattino e dopo appena 20 minuti avevamo già ricevuto 120-130 messaggi Un aspetto a torto trascurato da molti telecronisti ed anche – purtroppo – da qualche dirigente.
Ristoranti e camerieri a parte, su alcune caratteristiche del talento di Robertino ci siamo molto divertiti. Era diventata una gag quella di scherzare sulla sua definizione di “occhio dominante”, una sua geniale intuizione tecnica, che io cercavo inutilmente di frenare.
Tuttavia la sua qualità migliore, oltre alla competenza, alla cultura, alla preparazione storica e personale, all’umorismo è stata il coraggio con cui ha affrontato quest’ultima trappola che il destino gli ha preparato. Roberto era consapevole che la sua malattia non offriva possibilità di recupero o di miglioramento ma chi lo ascoltava in telecronaca non se ne è mai accorto. Ha avuto la fortuna di avere una compagna, Caterina, che lo ha aiutato ed assistito oltre ogni limite di umana solidarietà.
Non sono molto adatto, in circostanze come questa, ad esprimere quello che sento e che ho provato.
Evitavo di informarmi sulle sue condizioni per non trasmettergli l’ansia che purtroppo aumentava ad ogni incontro, ad ogni telecronaca.
Aggiungo un’ultima considerazione. Volendo spiegare la differenza di organizzazione e di valori tra il tennis francese e quello italiano, sono convinto che se avessimo avuto qualche Lombardi di più e qualche campione di meno lo stato di salute del nostro tennis sarebbe molto migliore.
Di più non sono capace di dire. Con tutto il rispetto per altri colleghi e collaboratori che mi hanno aiutato in questo lavoro, mi piace confermare quello che ho scritto nel mio ultimo libro e che la formazione con Gianni Clerici, Ubaldo e Robertino, ognuno unico ed insostituibile nel suo ruolo e nelle sue caratteristiche, sia stata la migliore mai messa in campo al servizio del tennis televisivo.
Addio Robertino.
RINO TOMMASI
I Got a Violet - "Swing Swang" New Model Label
D E V A S T A N T I !!!
CIAO CIAO PROFESSOR LOMBARDI...
da UBITENNIS.COM
RASSEGNA STAMPA
La scomparsa di Roberto Lombardi (Azzolini, Clerici, Perrone, Semeraro)
Il tennis ha perso Lombardi, indimenticabile professore (Daniele Azzolini, Tuttosport del 19-3-2010)
Roberto Lombardi ha combattuto la sua terribile nemica in molti modi, che ora scopriamo essere stati vani, e ne siamo affranti, ma non per questo eviteranno di lasciare una traccia importante in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Ha combattuto lavorando, e lo ha fatto finché ha potuto, inarrestabile seppure costretto da mesi e mesi su una sedia a rotelle. Ha combattuto con l'amore per la sua compagna, Caterina, che ha sposato pochi giorni prima di andarsene. Ha combattuto come l'avevamo visto fare all'ultimo torneo di Wimbledon, mantenendo viva quella sua trascinante verve, che veniva da un misto di arguzia, di spirito di osservazione, di curiosità innata. Parlare con Roberto non era mai banale, come non lo erano le sue telecronache su Sky, i suoi articoli prima su Matchball, quand'era un ex tennista e un giovane tecnico, poi su II Corriere della Sera. Lo andavamo a incontrare sulla terrazza dei Championships, che congiunge la sala stampa al centro tivù, e lo circondavamo d'affetto, nell'intento di sentirlo ancora in quel suo ribollire di parole e di pensieri, per confortarci di questo e pensare che l'addio non sarebbe mai arrivato. Ma lui era più lucido di noi, sapeva con che cosa si stava confrontando, la SLA, la terribile nemica, la Sclerosi laterale amiotrofica. Un giorno fu spietato. Aveva avuto una crisi, durante una telecronaca, ed era dispiaciuto più per gli spettatori di Sky che per se stesso. Lo disse chiaro: se questo deve essere il finale, non ci sto, me ne vado prima...
Laureato in matematica e fisica, Roberto Lombardi aveva avuto in dote un'intelligenza rapida, fresca, essenziale, quasi spregiudicata per certi aspetti, che lo portava a continue riflessioni, su di sé, sulla vita, e certo, anche sul tennis, che è stato un grande amore non sempre corrisposto. Un uomo particolare, quasi pirotecnico. E ha continuato a esserlo anche quando la malattia lo ha colpito. Tennista negli anni Settanta, numero sei d'Italia, se non ci fossero stati Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli, diceva, una volta in Davis ci sarebbe andato anche lui, ma certo non ha mai pensato che sarebbe stato meglio così. Con Barazzutti aveva cominciato, ad Alessandria, la sua città. Tiravano giù un campo con il gesso e palleggiavano nel cortile. Li vide Corvara, il primo maestro di Gianni Rivera, e li consegnò a un campo da tennis, in un circolo vero. A fine carriera, onorevolissima, Panatta lo portò a Riano, il nuovo centro tecnico che sorse nel 1984, e anche Marina, la prima moglie, lavorava lì.
Roberto si trovò a insegnare, era una delle cose che gli venivano spontanee: un professore di scienze applicate al tennis. Seguì Cane, all'inizio, poi Pescosolido, Nargiso, e gli altri, via via. Finita quell'esperienza rimase nel tennis come giornalista, e continuò anche quando lo chiamarono come direttore del-la Scuola Nazionale Maestri. Roberto se n'è andato a 59 anni, prima del torneo di Wimbledon cui teneva così tanto. Ha lasciato troppo presto il tennis, troppo presto gli amici, troppo presto Caterina. L'ingiustizia è palese, e dura da accettare.
Addio maestro Lombardi: voce, testa e cuore del tennis (Gianni Clerici, la Repubblica del 19-3-2010)
Insieme a Roberto Lombardi, morto oggi di Sia in un ospedale milanese, non è ormai più tra noi il socio del Circolo Tennis Alessandria che, involontariamente, determinò il suo destino. L'ignoto socio vide, una sera, due ragazzini scalare la cinta del Club e, raggiunto un campo, iniziare a palleggiare con disinvoltura profetica. Erano Roberto Lombardi e Corrado Barazzutti, presto benvenuti a assistiti verso un futuro di campioni.
Meno prestante di Corrado, tanto da esser denominato Robertino, Lombardi non andò oltre il n. 6 della classifica nazionale, ma la sua visione del gioco lo aiutò a non accrescere le fila di volonterosi ex-muscolari trasformati in robot lancia-palle. Lavorò faticosamente per laurearsi a Bologna, sua città adottiva, in matematica, divenne il miglior tecnico della Scuola Federale di Riano, e via via, Direttore della Scuola Nazionale Maestri, e, insieme, tecnicissimo commentatore di Sky. Aveva studiato come pochi al mondo fisica applicata al gioco, e i suoi commenti affascinavano, o irritavano, ascoltatori che non immaginavano che il vai e vieni della palla ubbidisse a leggi tanto poco conosciute.
Si ammalò gravemente, ebbe la dignità di tenere celate le cause, e continuò come nulla fosse, adagiato su una carrozzina, commentando: «Se giocano i paraplegici, perché non io?». Progettava, di recente ammutolito dalla malattia, di continuare il suo lavoro servendosi di uno strumento vocale. Ha resistito, da coraggioso tennista, sino alla fine del quinto set.
Lombardi, ex numero 7 d’Italia sconfitto dalla Sla (Roberto Perrone, Il Corriere della Sera del 19-3-2010)
Era un gigante, Robertino. Forse dipendeva dal suo prendere la vita di petto: superava di slancio i centimetri con l’eclettismo e l’assenza di banalità. Se ha sofferto, più che per la malattia è stato di sicuro per le limitazioni che gli ha imposto. Era un uomo vitale, dannunziano, curioso di vita, conoscenze, donne (rigorosamente più alte di lui) e quindi ha resistito fino all’ultimo, lavorando, girando, affabulando.
Il mondo del tennis, giocato e raccontato, è in lutto. Se n’è andato Roberto Lombardi, 59 anni, ex numero 7 d’Italia e direttore della Scuola nazionale maestri. Era malato di Sla. Alessandrino («come Rivera» amava dire, quindi milanista doc), nato il 2 ottobre 1950, era cresciuto con la generazione dei Panatta, Barazzutti, Bertolucci. Giocatore di ottimo livello in un’indimenticabile stagione di campioni, perse la finale degli Assoluti 1976 da Corrado Barazzutti, amico di una vita, che portava sulla canna della sua bici quand’erano ragazzi. Era un portento: estemporaneo, aggressivo, generoso. Senza mezze misure. Con lui potevi affrontare incomprensibili teoremi algebrici (era laureato in matematica), discutere di vini di pregio, frequentare ristoranti di classe o bettole periferiche con lo stesso spirito goliardico. Giovane tennista, aveva esplorato l’America on the road, con un’auto e una racchetta, mantenendosi giocando tornei. Tutti hanno dovuto ascoltare il racconto di quando costrinse un giovane McEnroe al terzo set.
Negli ultimi vent’anni era stato giornalista e commentatore, aveva scritto per anni sul Corriere della Sera e si era dedicato alle telecronache per Sky e, ultimamente, per Super Tennis, la tv federale. Ha lottato contro la malattia fino a ieri, sostenuto da Caterina, donna altissima, in tutti i sensi. I funerali si svolgeranno domani alle ore 14.30 a Milano. Il suo ricordo si arrotolerà con nostalgia in tutti noi che l’abbiamo conosciuto.
Ciao, Roberto (Stefano Semeraro, lastampa.it del 19-3-2010)
Adesso che Roberto Lombardi se ne è andato, che si è tolto dall’angolo dove lo aveva messo quella cosa orribile che si chiama SLA, che lo tormentava e ingabbiava da anni, ma che non lo aveva mai abbattuto, adesso che rimane solo il rimpianto di di non avergli parlato di più, la nostalgia e la voglia di risentire ancora quella sua erre mandrogna e beffarda; adesso che dagli occhi bisogna scacciare le lacrime, mi viene in mente una storiella che raccontano ad Alessandria, dalle sue parti.
Ci sono due pescatori sul fiume, silenziosi, e un uomo che porta il suo cane sull’argine. Fissa i due con aria di sfida, poi lancia un bastone nel fiume. Il cane corre così veloce che vola sull’acqua, afferra il bastone e lo riporta indietro senza bagnarsi. Il padrone guarda con aria orgogliosa i due pescatori, che però lo ignorano. Allora lancia di nuovo il bastone, e poi ancora, e ancora. Alla quarta volta uno dei pescatori lentamente alza lo sguardo e domanda: “quanti anni ha il cane?”. E il padrone, tutto fiero: “Solo due!”. Il pescatore riabbassa la testa sulla canna: “Allora a nuotare non impara più”.
A Roberto questa storiella piaceva: perché gli assomigliava. Lui era il cane che vola sull’acqua, agile, svelto, e anche il pescatore che non si fa incantare dalle favole, il Bertoldo istruito e ironico, brillante, prendingiro, che conosce l’arte del controtempo. Da giocatore Robertino era stato uno vero, n.6 d'Italia negli anni '70, a un passo dalla Davis, giusto dietro Panatta, Bertolucci, Zugarelli e Corrado Barazzutti, il soldatino friulano che a tennis aveva imparato a giocare come lui ad Alessandria. Una finale ai campionati italiani indoor, un set strappato a McEnroe in merica, tanti avversari impazziti dietro le sue palle “ammalloppate” (la definizione è sua). Un ragazzino terribile, con i capelli biondi lunghi trattenuti da una fascia, alla Borg, con un sorriso alla Mickey Rooney, che si era trasformato poi in un tecnico sopraffino, coach di tanti talenti, da Canè a Pescosolido, riformatore della nostra Scuola Nazionale Maestri.
Laureato in matematica, studioso accanito di biomeccanica, lui che il tennis lo conosceva tutto, pratica e teoria, e che sapeva smontartelo e rimontartelo davanti, con passione infinita e infinito disincanto. Giornalista, a lungo columnist tennistico proprio per La Stampa, poi per il Corriere della Sera, e soprattutto voce e volto di Tele+ e di Sky, dai cui microfoni ha commentato per due decenni centinaia e centinaia di partite. Con la penna aveva imparato a cavarsela egregiamente, lui che aveva fatto studi scientifici, soprattutto grazie alla curiosità, alla voglia di migliorarsi, di imparare. Si era appassionato all’arte, amava paragonare i tennisti a pittori e scultori – lui che tutti avevamo iniziato a chiamare “il Professore” per il gusto, la competenza assoluta e la simpatia che metteva nelle sue dissertazioni tecniche. Mai aride, perché sempre arricchite da un guizzo, da uno scarto, da uno di quei lampi da Lucignolo che gli si accendevano negli occhietti azzurri, sotto il ciuffo biondo.
Era diventato anche il protagonista di un fumetto, “Bob Lombard”, e come certi personaggi da cartoon non c’era rischio di confonderlo con nessuno. Gusto della battuta, della polemica – a Londra gli autisti della trasportation ancora si ricordano i suoi sarcasmi sui percorsi scelti per tornare in città -, e tanta umanità. La vita non è stata tenera con lui. Aveva dovuto sopportare il lutto terribile della scomparsa della prima moglie, Marina, e di una lunga malattia sua. Quando sembrava aver ritrovato la serenità accanto alla incantevole Caterina, la sua nuova compagna, sposata pochi giorni fa in un estremo atto di amore e di sfida alla sfortuna, la SLA aveva iniziato a servirgli prime palle imprendibili, sempre più lontane. Roberto ha lottato fino alla fine, ha continuato a commentare, a informarsi a documentarsi. Poche settimane fa, dopo un’operazione che sembrava aver aperto nuove speranze, risvegliandosi dall’anestesia la sua prima domanda era stata: “Chi ha vinto gli Australian Open?”. Aveva sessant’anni, il ragazzino terribile. Troppi, per imparare ad arrendersi. Ciao, Roberto.
RASSEGNA STAMPA
La scomparsa di Roberto Lombardi (Azzolini, Clerici, Perrone, Semeraro)
Il tennis ha perso Lombardi, indimenticabile professore (Daniele Azzolini, Tuttosport del 19-3-2010)
Roberto Lombardi ha combattuto la sua terribile nemica in molti modi, che ora scopriamo essere stati vani, e ne siamo affranti, ma non per questo eviteranno di lasciare una traccia importante in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Ha combattuto lavorando, e lo ha fatto finché ha potuto, inarrestabile seppure costretto da mesi e mesi su una sedia a rotelle. Ha combattuto con l'amore per la sua compagna, Caterina, che ha sposato pochi giorni prima di andarsene. Ha combattuto come l'avevamo visto fare all'ultimo torneo di Wimbledon, mantenendo viva quella sua trascinante verve, che veniva da un misto di arguzia, di spirito di osservazione, di curiosità innata. Parlare con Roberto non era mai banale, come non lo erano le sue telecronache su Sky, i suoi articoli prima su Matchball, quand'era un ex tennista e un giovane tecnico, poi su II Corriere della Sera. Lo andavamo a incontrare sulla terrazza dei Championships, che congiunge la sala stampa al centro tivù, e lo circondavamo d'affetto, nell'intento di sentirlo ancora in quel suo ribollire di parole e di pensieri, per confortarci di questo e pensare che l'addio non sarebbe mai arrivato. Ma lui era più lucido di noi, sapeva con che cosa si stava confrontando, la SLA, la terribile nemica, la Sclerosi laterale amiotrofica. Un giorno fu spietato. Aveva avuto una crisi, durante una telecronaca, ed era dispiaciuto più per gli spettatori di Sky che per se stesso. Lo disse chiaro: se questo deve essere il finale, non ci sto, me ne vado prima...
Laureato in matematica e fisica, Roberto Lombardi aveva avuto in dote un'intelligenza rapida, fresca, essenziale, quasi spregiudicata per certi aspetti, che lo portava a continue riflessioni, su di sé, sulla vita, e certo, anche sul tennis, che è stato un grande amore non sempre corrisposto. Un uomo particolare, quasi pirotecnico. E ha continuato a esserlo anche quando la malattia lo ha colpito. Tennista negli anni Settanta, numero sei d'Italia, se non ci fossero stati Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli, diceva, una volta in Davis ci sarebbe andato anche lui, ma certo non ha mai pensato che sarebbe stato meglio così. Con Barazzutti aveva cominciato, ad Alessandria, la sua città. Tiravano giù un campo con il gesso e palleggiavano nel cortile. Li vide Corvara, il primo maestro di Gianni Rivera, e li consegnò a un campo da tennis, in un circolo vero. A fine carriera, onorevolissima, Panatta lo portò a Riano, il nuovo centro tecnico che sorse nel 1984, e anche Marina, la prima moglie, lavorava lì.
Roberto si trovò a insegnare, era una delle cose che gli venivano spontanee: un professore di scienze applicate al tennis. Seguì Cane, all'inizio, poi Pescosolido, Nargiso, e gli altri, via via. Finita quell'esperienza rimase nel tennis come giornalista, e continuò anche quando lo chiamarono come direttore del-la Scuola Nazionale Maestri. Roberto se n'è andato a 59 anni, prima del torneo di Wimbledon cui teneva così tanto. Ha lasciato troppo presto il tennis, troppo presto gli amici, troppo presto Caterina. L'ingiustizia è palese, e dura da accettare.
Addio maestro Lombardi: voce, testa e cuore del tennis (Gianni Clerici, la Repubblica del 19-3-2010)
Insieme a Roberto Lombardi, morto oggi di Sia in un ospedale milanese, non è ormai più tra noi il socio del Circolo Tennis Alessandria che, involontariamente, determinò il suo destino. L'ignoto socio vide, una sera, due ragazzini scalare la cinta del Club e, raggiunto un campo, iniziare a palleggiare con disinvoltura profetica. Erano Roberto Lombardi e Corrado Barazzutti, presto benvenuti a assistiti verso un futuro di campioni.
Meno prestante di Corrado, tanto da esser denominato Robertino, Lombardi non andò oltre il n. 6 della classifica nazionale, ma la sua visione del gioco lo aiutò a non accrescere le fila di volonterosi ex-muscolari trasformati in robot lancia-palle. Lavorò faticosamente per laurearsi a Bologna, sua città adottiva, in matematica, divenne il miglior tecnico della Scuola Federale di Riano, e via via, Direttore della Scuola Nazionale Maestri, e, insieme, tecnicissimo commentatore di Sky. Aveva studiato come pochi al mondo fisica applicata al gioco, e i suoi commenti affascinavano, o irritavano, ascoltatori che non immaginavano che il vai e vieni della palla ubbidisse a leggi tanto poco conosciute.
Si ammalò gravemente, ebbe la dignità di tenere celate le cause, e continuò come nulla fosse, adagiato su una carrozzina, commentando: «Se giocano i paraplegici, perché non io?». Progettava, di recente ammutolito dalla malattia, di continuare il suo lavoro servendosi di uno strumento vocale. Ha resistito, da coraggioso tennista, sino alla fine del quinto set.
Lombardi, ex numero 7 d’Italia sconfitto dalla Sla (Roberto Perrone, Il Corriere della Sera del 19-3-2010)
Era un gigante, Robertino. Forse dipendeva dal suo prendere la vita di petto: superava di slancio i centimetri con l’eclettismo e l’assenza di banalità. Se ha sofferto, più che per la malattia è stato di sicuro per le limitazioni che gli ha imposto. Era un uomo vitale, dannunziano, curioso di vita, conoscenze, donne (rigorosamente più alte di lui) e quindi ha resistito fino all’ultimo, lavorando, girando, affabulando.
Il mondo del tennis, giocato e raccontato, è in lutto. Se n’è andato Roberto Lombardi, 59 anni, ex numero 7 d’Italia e direttore della Scuola nazionale maestri. Era malato di Sla. Alessandrino («come Rivera» amava dire, quindi milanista doc), nato il 2 ottobre 1950, era cresciuto con la generazione dei Panatta, Barazzutti, Bertolucci. Giocatore di ottimo livello in un’indimenticabile stagione di campioni, perse la finale degli Assoluti 1976 da Corrado Barazzutti, amico di una vita, che portava sulla canna della sua bici quand’erano ragazzi. Era un portento: estemporaneo, aggressivo, generoso. Senza mezze misure. Con lui potevi affrontare incomprensibili teoremi algebrici (era laureato in matematica), discutere di vini di pregio, frequentare ristoranti di classe o bettole periferiche con lo stesso spirito goliardico. Giovane tennista, aveva esplorato l’America on the road, con un’auto e una racchetta, mantenendosi giocando tornei. Tutti hanno dovuto ascoltare il racconto di quando costrinse un giovane McEnroe al terzo set.
Negli ultimi vent’anni era stato giornalista e commentatore, aveva scritto per anni sul Corriere della Sera e si era dedicato alle telecronache per Sky e, ultimamente, per Super Tennis, la tv federale. Ha lottato contro la malattia fino a ieri, sostenuto da Caterina, donna altissima, in tutti i sensi. I funerali si svolgeranno domani alle ore 14.30 a Milano. Il suo ricordo si arrotolerà con nostalgia in tutti noi che l’abbiamo conosciuto.
Ciao, Roberto (Stefano Semeraro, lastampa.it del 19-3-2010)
Adesso che Roberto Lombardi se ne è andato, che si è tolto dall’angolo dove lo aveva messo quella cosa orribile che si chiama SLA, che lo tormentava e ingabbiava da anni, ma che non lo aveva mai abbattuto, adesso che rimane solo il rimpianto di di non avergli parlato di più, la nostalgia e la voglia di risentire ancora quella sua erre mandrogna e beffarda; adesso che dagli occhi bisogna scacciare le lacrime, mi viene in mente una storiella che raccontano ad Alessandria, dalle sue parti.
Ci sono due pescatori sul fiume, silenziosi, e un uomo che porta il suo cane sull’argine. Fissa i due con aria di sfida, poi lancia un bastone nel fiume. Il cane corre così veloce che vola sull’acqua, afferra il bastone e lo riporta indietro senza bagnarsi. Il padrone guarda con aria orgogliosa i due pescatori, che però lo ignorano. Allora lancia di nuovo il bastone, e poi ancora, e ancora. Alla quarta volta uno dei pescatori lentamente alza lo sguardo e domanda: “quanti anni ha il cane?”. E il padrone, tutto fiero: “Solo due!”. Il pescatore riabbassa la testa sulla canna: “Allora a nuotare non impara più”.
A Roberto questa storiella piaceva: perché gli assomigliava. Lui era il cane che vola sull’acqua, agile, svelto, e anche il pescatore che non si fa incantare dalle favole, il Bertoldo istruito e ironico, brillante, prendingiro, che conosce l’arte del controtempo. Da giocatore Robertino era stato uno vero, n.6 d'Italia negli anni '70, a un passo dalla Davis, giusto dietro Panatta, Bertolucci, Zugarelli e Corrado Barazzutti, il soldatino friulano che a tennis aveva imparato a giocare come lui ad Alessandria. Una finale ai campionati italiani indoor, un set strappato a McEnroe in merica, tanti avversari impazziti dietro le sue palle “ammalloppate” (la definizione è sua). Un ragazzino terribile, con i capelli biondi lunghi trattenuti da una fascia, alla Borg, con un sorriso alla Mickey Rooney, che si era trasformato poi in un tecnico sopraffino, coach di tanti talenti, da Canè a Pescosolido, riformatore della nostra Scuola Nazionale Maestri.
Laureato in matematica, studioso accanito di biomeccanica, lui che il tennis lo conosceva tutto, pratica e teoria, e che sapeva smontartelo e rimontartelo davanti, con passione infinita e infinito disincanto. Giornalista, a lungo columnist tennistico proprio per La Stampa, poi per il Corriere della Sera, e soprattutto voce e volto di Tele+ e di Sky, dai cui microfoni ha commentato per due decenni centinaia e centinaia di partite. Con la penna aveva imparato a cavarsela egregiamente, lui che aveva fatto studi scientifici, soprattutto grazie alla curiosità, alla voglia di migliorarsi, di imparare. Si era appassionato all’arte, amava paragonare i tennisti a pittori e scultori – lui che tutti avevamo iniziato a chiamare “il Professore” per il gusto, la competenza assoluta e la simpatia che metteva nelle sue dissertazioni tecniche. Mai aride, perché sempre arricchite da un guizzo, da uno scarto, da uno di quei lampi da Lucignolo che gli si accendevano negli occhietti azzurri, sotto il ciuffo biondo.
Era diventato anche il protagonista di un fumetto, “Bob Lombard”, e come certi personaggi da cartoon non c’era rischio di confonderlo con nessuno. Gusto della battuta, della polemica – a Londra gli autisti della trasportation ancora si ricordano i suoi sarcasmi sui percorsi scelti per tornare in città -, e tanta umanità. La vita non è stata tenera con lui. Aveva dovuto sopportare il lutto terribile della scomparsa della prima moglie, Marina, e di una lunga malattia sua. Quando sembrava aver ritrovato la serenità accanto alla incantevole Caterina, la sua nuova compagna, sposata pochi giorni fa in un estremo atto di amore e di sfida alla sfortuna, la SLA aveva iniziato a servirgli prime palle imprendibili, sempre più lontane. Roberto ha lottato fino alla fine, ha continuato a commentare, a informarsi a documentarsi. Poche settimane fa, dopo un’operazione che sembrava aver aperto nuove speranze, risvegliandosi dall’anestesia la sua prima domanda era stata: “Chi ha vinto gli Australian Open?”. Aveva sessant’anni, il ragazzino terribile. Troppi, per imparare ad arrendersi. Ciao, Roberto.
martedì 16 marzo 2010
Patty Pravo - Blitz '84 - Occulte persuasioni
persuasione OCCULTA non si sa....
........................si vedra'....
....si sapra' ...
lunedì 15 marzo 2010
ANCORA CRONACA SULLA NOTTE DI SABATO SCORSO AL THE BLOCK !!
da IL MATTINO DI PADOVA
Droga nei bagni e sesso nella dark room
Il blitz dei carabinieri al The Block
Poco dopo le due di notte l'irruzione di quaranta militari con il cane Falco nel locale di Limena tra imbarazzo e provocazioni. Era in corso una serata a tema: "Folies de Pigalle pour homme"
LIMENA. Stavolta il «vaso di Pandora» l’hanno aperto i carabinieri della Compagnia di Padova, scoprendo tutti i segreti della discoteca The Block di Limena e facendo luce su una notte a base di musica house, trasgressione e droghe di ogni genere. Doveva essere un sabato speciale. Il locale, circolo Arcigay, doveva «celebrare» la serata Folies de Pigalle pour homme, ma poco dopo le due di notte, le luci si sono accese e la musica si è spenta.
BLITZ. Ghirlande di fiori che scendono dal soffitto, palloncini colorati bianchi e rosa e i baristi agghindati con tutine stretch dai colori chiari: un allestimento delicato, a tinte chiare, che ricorda quasi una festa di inizio primavera. A riscaldare l’atmosfera le percussioni house di Claudio Di Rocco e Andy-J. Dentro centinaia di giovani già in pista con la fronte sudata, fuori altre trecento persone in attesa di entrare. La fine della festa coincide con l’arrivo di Falco, uno splendido esemplare di Golden Retriever, il cane cinofilo dei carabinieri, accompagnato da 40 uomini in divisa. Luci accese e musica spenta. Iniziano le perquisizioni. Ma non tutti si rendono conto di quello che sta succedendo, soprattutto nella sala da ballo più piccola, quella accanto alla dark room.
NEI BAGNI. I militari si fanno guidare da Falco, attraversano tutta la pista da ballo, poi entrano nel primo bagno. Un ragazzo magro, pantaloni a vita bassa, alza le braccia: «Mi perquisite? Potrebbe piacermi...». «Si sposti», risponde piccato l’a ppuntato. In bagno c’è un po’ di tutto. E ovviamente c’è anche chi ha deciso di far decollare la serata con qualche riga di cocaina. Viene beccato sul fatto un trentunenne di Padova. Gli chiedono i documenti, esibisce il tesserino dell’ordine degli avvocati con la firma del presidente Lorenzo Locatelli. È imbarazzato. Non sa come giustificare la dose di cocaina che tiene in mano. Nonostante la massiccia presenza di carabinieri, sono in pochi ad essere intimoriti. Molti tendono a ridere, a scherzare, a ironizzare: la perquisizione, in fin dei conti, è un fuori programma eccitante.
DARK ROOM. L’ala più estrema del locale è dedicata alla famosa dark room: l’ingresso alle donne è totalmente vietato. Si tratta di un labirinto buio con tante piccole celle. Una zona creata appositamente per i rapporti sessuali. Chi va al The Block con il proprio partner, può utilizzare gli spazi per scambiare qualsiasi tipo di effusione. Chi invece è single, ci può entrare sperando in un incontro occasionale. Al momento del blitz in una delle celle c’erano quattro ragazzi seminudi. Il tenente dei carabinieri Luca Bordin, sabato notte a capo del contingente, ha fatto illuminare a giorno il labirinto chiedendo i documenti a tutti e quattro.
DROGA. In un bagno è stata trovata una siringa, sul pavimento alcune dosi di cocaina, poi ci sono le pasticche di ecstasy con il simbolo di Batman, conservate in una innocente scatoletta di caramelle Mental. Infine c’è la droga liquida che i carabinieri chiamato Gbl e i giovani conoscono come «G»: odore intenso ma incolore. Va mescolata ai succhi di frutta, alla Coca Cola o alla Red Bull. Dicono che riesce anche a ghiacciare, quindi viene inserita nei cocktail come un cubetto di ghiaccio. Non è stata trovata però la famosa «Fe-Fe», un fertilizzante proveniente dall’Inghilterra che viene usato come droga da sniffare.
PROTESTE. «I want my money back», dice un ragazzo inglese annunciando di voler chiedere la restituzione dei soldi pagati per il biglietto d’ingresso. Per chi non è iscritto all’Arcigay infatti, il biglietto (comprensivo di iscrizione all’associazione) è di 23 euro. Protesta anche un cliente transgender, venuto da Chioggia per una nottata danzante: «Fanculo Padova e tutti i padovani, mi fate schifo». Sabato notte al The Block c’erano anche Alessandro Zan, assessore all’Ambiente di Padova e Daniel Casagrande dell’Idv, candidati rispettivamente alla Regione e al Comune di Venezia. Avevano approfittato della serata per distribuire santini elettorali, ma hanno dovuto concludere anzitempo. Musica spenta e luci accese, qualche frase di circostanza con le forze dell’ordine. La festa è finita. I carabinieri hanno scoperto i segreti della discoteca The Block.
(15 marzo 2010)
Droga nei bagni e sesso nella dark room
Il blitz dei carabinieri al The Block
Poco dopo le due di notte l'irruzione di quaranta militari con il cane Falco nel locale di Limena tra imbarazzo e provocazioni. Era in corso una serata a tema: "Folies de Pigalle pour homme"
LIMENA. Stavolta il «vaso di Pandora» l’hanno aperto i carabinieri della Compagnia di Padova, scoprendo tutti i segreti della discoteca The Block di Limena e facendo luce su una notte a base di musica house, trasgressione e droghe di ogni genere. Doveva essere un sabato speciale. Il locale, circolo Arcigay, doveva «celebrare» la serata Folies de Pigalle pour homme, ma poco dopo le due di notte, le luci si sono accese e la musica si è spenta.
BLITZ. Ghirlande di fiori che scendono dal soffitto, palloncini colorati bianchi e rosa e i baristi agghindati con tutine stretch dai colori chiari: un allestimento delicato, a tinte chiare, che ricorda quasi una festa di inizio primavera. A riscaldare l’atmosfera le percussioni house di Claudio Di Rocco e Andy-J. Dentro centinaia di giovani già in pista con la fronte sudata, fuori altre trecento persone in attesa di entrare. La fine della festa coincide con l’arrivo di Falco, uno splendido esemplare di Golden Retriever, il cane cinofilo dei carabinieri, accompagnato da 40 uomini in divisa. Luci accese e musica spenta. Iniziano le perquisizioni. Ma non tutti si rendono conto di quello che sta succedendo, soprattutto nella sala da ballo più piccola, quella accanto alla dark room.
NEI BAGNI. I militari si fanno guidare da Falco, attraversano tutta la pista da ballo, poi entrano nel primo bagno. Un ragazzo magro, pantaloni a vita bassa, alza le braccia: «Mi perquisite? Potrebbe piacermi...». «Si sposti», risponde piccato l’a ppuntato. In bagno c’è un po’ di tutto. E ovviamente c’è anche chi ha deciso di far decollare la serata con qualche riga di cocaina. Viene beccato sul fatto un trentunenne di Padova. Gli chiedono i documenti, esibisce il tesserino dell’ordine degli avvocati con la firma del presidente Lorenzo Locatelli. È imbarazzato. Non sa come giustificare la dose di cocaina che tiene in mano. Nonostante la massiccia presenza di carabinieri, sono in pochi ad essere intimoriti. Molti tendono a ridere, a scherzare, a ironizzare: la perquisizione, in fin dei conti, è un fuori programma eccitante.
DARK ROOM. L’ala più estrema del locale è dedicata alla famosa dark room: l’ingresso alle donne è totalmente vietato. Si tratta di un labirinto buio con tante piccole celle. Una zona creata appositamente per i rapporti sessuali. Chi va al The Block con il proprio partner, può utilizzare gli spazi per scambiare qualsiasi tipo di effusione. Chi invece è single, ci può entrare sperando in un incontro occasionale. Al momento del blitz in una delle celle c’erano quattro ragazzi seminudi. Il tenente dei carabinieri Luca Bordin, sabato notte a capo del contingente, ha fatto illuminare a giorno il labirinto chiedendo i documenti a tutti e quattro.
DROGA. In un bagno è stata trovata una siringa, sul pavimento alcune dosi di cocaina, poi ci sono le pasticche di ecstasy con il simbolo di Batman, conservate in una innocente scatoletta di caramelle Mental. Infine c’è la droga liquida che i carabinieri chiamato Gbl e i giovani conoscono come «G»: odore intenso ma incolore. Va mescolata ai succhi di frutta, alla Coca Cola o alla Red Bull. Dicono che riesce anche a ghiacciare, quindi viene inserita nei cocktail come un cubetto di ghiaccio. Non è stata trovata però la famosa «Fe-Fe», un fertilizzante proveniente dall’Inghilterra che viene usato come droga da sniffare.
PROTESTE. «I want my money back», dice un ragazzo inglese annunciando di voler chiedere la restituzione dei soldi pagati per il biglietto d’ingresso. Per chi non è iscritto all’Arcigay infatti, il biglietto (comprensivo di iscrizione all’associazione) è di 23 euro. Protesta anche un cliente transgender, venuto da Chioggia per una nottata danzante: «Fanculo Padova e tutti i padovani, mi fate schifo». Sabato notte al The Block c’erano anche Alessandro Zan, assessore all’Ambiente di Padova e Daniel Casagrande dell’Idv, candidati rispettivamente alla Regione e al Comune di Venezia. Avevano approfittato della serata per distribuire santini elettorali, ma hanno dovuto concludere anzitempo. Musica spenta e luci accese, qualche frase di circostanza con le forze dell’ordine. La festa è finita. I carabinieri hanno scoperto i segreti della discoteca The Block.
(15 marzo 2010)
domenica 14 marzo 2010
Tomcraft - Loneliness
quante volte ho ballato in Kama§utra questo pezzo..
brutte news per uno dei miei locali preferiti
da PADOVA24ORE.it
Droga al Block di Limena: arrestato Livio Previato, il club gay friendly rischia la chiusura
Domenica 14 Marzo 2010 13:15 Redazione
Oltre 300 pastiglie di ecstasy e quasi mezzo litro di GBL la droga allucinogena inodore e insapore che è l'ultimo ritrovato in materia di sballo da discoteca. E' il "bottino" dei carabinieri della compagnia di Padova che assieme ai tecnici della direzione provinciale del lavoro, el Nas e dell'Inps hanno controllato la discoteca Block di Limena, tradizionale ritrovo della comunità gay veneta. al momento del controllo nella discoteca, in teoria un circolo privato, c'erano quasi cinquecento persone in più della capienza massima fissata in 700 persone. Vista la presenza dei carabinieri i presenti con droga in tasca l'hanno gettata a terra. Sul pavimento sono state trovate droghe di tutti i tipi in piccole quantità: ecstasy, marijuana, hashish eroina e cocaina ed anche 15 flaconcini contenenti GBL una droga allucinogena inodore ed insaporre usata di solito come solvente per le plastiche, viene bevuta disciolta nei succhi di frutta.
Due persone controllate sono state segnalate al Prefetto perchè trovate con in tasca modiche quantità di droga, mentre un terzo, Livio Previato, padovano 39enne è stato arrestato: aveva con sè una scatola con 58 pastiglie di ecstasy. Nel suo appartamento i carabinieri nel corso di una successiva perquisizione hanno trovato altre 300 pastiglie della stessa sostanza ed un flacone con 400 ml di GBL.
Visto il risultato dell'ispezione i carabinieri proporranno la chiusura del circolo privato
Droga al Block di Limena: arrestato Livio Previato, il club gay friendly rischia la chiusura
Domenica 14 Marzo 2010 13:15 Redazione
Oltre 300 pastiglie di ecstasy e quasi mezzo litro di GBL la droga allucinogena inodore e insapore che è l'ultimo ritrovato in materia di sballo da discoteca. E' il "bottino" dei carabinieri della compagnia di Padova che assieme ai tecnici della direzione provinciale del lavoro, el Nas e dell'Inps hanno controllato la discoteca Block di Limena, tradizionale ritrovo della comunità gay veneta. al momento del controllo nella discoteca, in teoria un circolo privato, c'erano quasi cinquecento persone in più della capienza massima fissata in 700 persone. Vista la presenza dei carabinieri i presenti con droga in tasca l'hanno gettata a terra. Sul pavimento sono state trovate droghe di tutti i tipi in piccole quantità: ecstasy, marijuana, hashish eroina e cocaina ed anche 15 flaconcini contenenti GBL una droga allucinogena inodore ed insaporre usata di solito come solvente per le plastiche, viene bevuta disciolta nei succhi di frutta.
Due persone controllate sono state segnalate al Prefetto perchè trovate con in tasca modiche quantità di droga, mentre un terzo, Livio Previato, padovano 39enne è stato arrestato: aveva con sè una scatola con 58 pastiglie di ecstasy. Nel suo appartamento i carabinieri nel corso di una successiva perquisizione hanno trovato altre 300 pastiglie della stessa sostanza ed un flacone con 400 ml di GBL.
Visto il risultato dell'ispezione i carabinieri proporranno la chiusura del circolo privato
sabato 13 marzo 2010
Sunglasses at night
splendida....
BUON SABATO A TUTTI!!
le contraddizioni di INTERNET...
... dico questo a proposito dei BYPASS PROJECT che su facebook si ritrovano con 1490 utenti che partecipano all'evento a sostegno della band per l'HEINEKEN JAMMIN'S FESTIVAL e sul sito della manifestazione stessa si ritrovano solo con 90 fans..
E comunque se loro son una rock band io son il papa....
ahaahahahaha....
http://hjfc1.heineken.it/check-age.php
Forza WHY NOT LOSER !!
E comunque se loro son una rock band io son il papa....
ahaahahahaha....
http://hjfc1.heineken.it/check-age.php
Forza WHY NOT LOSER !!
in arrivo la PRIMAVERA? sicuramente quella di PETER sta per cominciare..
Dopo molto freddo neve e pioggia forse stavolta sta arrivando la primavera... SPERIAMO ....anche perche' il primo caldo solitamente ha effetto bestiale sui miei ormoni... ahaahahahah.. come una rosa che sboccia di colpo aprendo magicamente tutti i suoi petali..
Sia quel che sia... sicuramente arrivera' la primavera del PETER...
Con un servizio fotografico in cui mi mettero' davvero in gioco a meta' tra il trash e l'hard.. e con una location molto suggestiva...
Ringrazio ,da subito, LUCIO CUPLINIO FUNKENZIMA di FACEBOOK che si prestera' come fotografo di questa deviata piu' che devastante mia avventura.... aahahahahha..
A presto quindi per questa follia...
BUON WEEKEND a TUTTI !!
Sia quel che sia... sicuramente arrivera' la primavera del PETER...
Con un servizio fotografico in cui mi mettero' davvero in gioco a meta' tra il trash e l'hard.. e con una location molto suggestiva...
Ringrazio ,da subito, LUCIO CUPLINIO FUNKENZIMA di FACEBOOK che si prestera' come fotografo di questa deviata piu' che devastante mia avventura.... aahahahahha..
A presto quindi per questa follia...
BUON WEEKEND a TUTTI !!
giovedì 11 marzo 2010
Con voi al Franchi si può - Fiorentina vs Bayern M
grazie ragazzi...
mercoledì 10 marzo 2010
ILLIDIANCE - Drum Diary Engl-small.avi
cos' lavora in studio una band....
;)
martedì 9 marzo 2010
Shakira - Gypsy
RAFA ...RAFA.....
da sabato torna a pensare al tennis va'..... ahaahahh
;)
l'evoluzione del PETER... dalle disco al rock !!
da discotecaro puro ad amante delle giovani rock's band.. ma pur sempre amante della musica e dell'energia che da essa, nel corso dei secoli,si sprigiona....ecco il percorso che sto compiendo da un po' di mesi..
anche per questo da ieri mi trovi anche iscritto come PETERKAMA al sito dell' HEINEKEN JAMMIN FESTIVAL, fan della banda trevigiana WHY NOT LOSER...
SOSTIENILI ANCHE TU CON IL TUO VOTO ISCRIVENDOTI AL SITO !!
anche per questo da ieri mi trovi anche iscritto come PETERKAMA al sito dell' HEINEKEN JAMMIN FESTIVAL, fan della banda trevigiana WHY NOT LOSER...
SOSTIENILI ANCHE TU CON IL TUO VOTO ISCRIVENDOTI AL SITO !!
domenica 7 marzo 2010
Laurent Garnier Pay TV live @ I Love Techno 2009
imperiale GARNIER....
ed impressionante il pathos che si vede creato tra la gente..
Il Teatro Degli Orrori - Direzioni diverse
questi spaccano un sacco.... e meritano!!
Patty Pravo" Bye bye indicativo remix"VIDEO 1994
raramente ho visto la PATTY felice come in questo video...
lei e i cinesini....
;)
sabato 6 marzo 2010
placebo - the bitter end
grandissima botta di energia per il sabato ...
venerdì 5 marzo 2010
azzerato il profilo in FACEBOOK..
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In attesa di capire che uso farne di quel profilo intanto si e' proceduto al suo azzeramento...
Anche se in facebook rimane un profilo online targato PETER KAMA per chi volesse chiedermi l'amicizia o non potesse farne a meno...
aahahahaahaha
PETER ,dal canto suo, per il momento, non avanzera' richieste di amicizia per nessuno... a parte le richieste gia' inviate ad ANDREA MARCHESI , MICHELE MAINARDI e RAFAEL NADAL e si limitera' solo ad accettarle..
Non per sfiducia verso gli altri utenti anzi... saro' lieto di accettare... ma per sfiducia nel sistema facebook.. lo vedo molto sterile per una figura come la mia...
Buon weekend a chi leggera' questo messaggio...
il vostro, PETER !!
mercoledì 3 marzo 2010
LE STORICHE INTERVISTE DI PETER new edition... 15 domande 15 a ELIA PERINA (6)
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Altro personaggio al di fuori del mio mondo storico e altro personaggio che volevo assolutamente intervistare in questa mia nuova edizione di interviste... Un po' perche' il mondo METAL in epoca lontana mi aveva affascinato , un po' perche' lui e' persona pacata e ,anche per me, di difficile inquadramento diciamo cosi' e quindi mi piaceva aver la possibilita' di scavargli con queste 15 domande un po' dentro.... eehehehehehee.....
Ne' e' scaturita una chiaccherata tranquilla , ecco,forse in certi punti mi sarei aspettato da parte sua maggior estremismo ma ELIA e' cosi' ed e' bello che ognuno si presenti per cio' che e' specie se poi e' soddisfatto di se' come penso, in effetti, sia lui di lui...
Comunque stiano le cose cari amici miei vi auguro ora buona lettura!!
1) ELIA,PARTENDO SUBITO SPARATI, MI DARESTI UNA DEFINIZIONE DI TE STESSO?
Non mi piace descrivermi agli altri direttamente... preferisco che siano gli altri a farsi un'idea di come sono io... perchè molte volte magari quello che penso io di me non coincide con quello che vedono gli altri... come diceva il caro pirandello... quindi verra fuori come sono dalle domande seguenti...
2)LA TUA PASSIONE PER LA MUSICA, QUANDO E' NATA? QUAL'E' IL TUO GENERE PREFERITO E COME GIUDICHI L'ALTRA MUSICA CIOE' QUELLA CHE NON AMI TE ??
Ho iniziato ad ascoltare metal nel passaggio tra le medie e le superiori... non so perchè ma mio cugino aveva qualche cd perchè all'epoca scoltava qualcosa anche lui... così gli presi un cd dei pantera (si è stato un inizio piuttosto brusco passare dagli articolo 31 ai pantera)e un paio dei system of a down... adesso ascolto un po di tutto... passo dagli slipknot ai nickelback... dagli at the gates ai bullet for my valentine... quindi non ho niente in contrario a quella che non è la "mia musica"... non ho niente contro l'emocore... alcune canzoni piacciono
anche a me... non ho niente contro la musica house o truzza (anche se non sono esperto di qst cose) perchè una volta che vai in discoteca con gli amici e inizi a bere sono sempre il primo ad andare sul cubo per far casino... soprattutto con il jumpstyle... =)
3)SEI INNAMORATO ATTUALMENTE? E ,SE SI', DI CHI?? QUAL'E IL TUO IDEALE DI DONNA E HAI UNA ICONA EROTICA PREFERITA CHE STAZIONA NELLA TUA MENTE??
mmm... diciamo che sono incasinato... ma non dico altro... però non ho un ideale di donna sinceramente... di sicuro faccio molta attenzione ai particolari... ma non dell'aspetto fisico...nel senso che sto attento a come una ragazza si comporta con me per capire cosa pensa...e dopo mi regolo di conseguenza...
4)COSA PENSI DEL MOVIMENTO PUNK E POLITICAMENTE COME TI SCHIERI??
La politica è un argomento che non mi è mai interessato... di solito faccio attenzione al significato dei testi delle canzoni e dato che la politica non è un argomento per me e i gruppi punk trattano principalmente di questo non mi sono mai avvicinato a questo genere...
5)TI SAREBBE PIACIUTO VIVERE A CAVALLO TRA GLI ANNI '60 E '70? E CHE NE PENSI DEI MOVIMENTI MUSICALI E DELLE MODE DI QUEL TEMPO??
Se fossi vissuto in quell'epoca forse non avrei mai sentito capolavori venuti fuori
successivamente... sono contento di essere nato in questo periodo perchè mi piace la musica che c'è adesso... per esempio il prossimo concerto che voglio andare a vedere sarà degli slipknot...e questo non avrei potuto farlo in quegli anni...
6)CHI SONO I TUOI MIGLIORI AMICI? E, A PROPOSITO MI DAI UNA TUA DEFINIZIONE SU MARCO AURILIO , UNO DEI TUOI AMICI CHE HO AVUTO IL PIACERE DI CONOSCERE??
La prima domanda coincide con la seconda... sono fortunato perchè penso di avere tanti amici su cui poter contare se ne avessi bisogno... di sicuro uno di questi è il caro marco...
grand'uomo... =)
7) PER UN FUTURO DAVVERO FELICE RITIENI SAREBBE MEGLIO PER TE TROVARE OGGI UN GRANDE AMICO , UNA DONNA DA SPOSARE O UN COMPLESSO MUSICALE DI CUI IMMEDIATAMENTE POTER FAR PARTE??
tutti e tre no?! se devo scegliere escluderei il complesso perchè sono realista e so che non andrei lontano... un grande amico come gia detto ne sono gia provvisto... l'unica è la donna...
8)IL TUO RAPPORTO CON LA SCUOLA , I LIBRI E LA CULTURA IN GENERE?
Adesso sto "studiando" per diventare ingegnere informatico... metto le virgolette perchè non è che adori studiare... però in questo periodo è la cosa migliore da fare dato che il lavoro scarseggia...
9)E INVECE PARLANDO DI QUEI TUOI CAPELLI LUNGHI CHE , CREDIMI, TI FANNO MOLTO ROCKSTAR... BE' QUANTA IMPORTANZA HANNO NEL TUO LOOK ?? QUANTO CI TIENI ALLA LUNGHEZZA DELLA TUA CHIOMA?? E QUANTA IMPORTANZA DAI, IN GENERE , ALLA TUA MANIERA DI VESTIRE???
Questa è la seconda volta che mi faccio crescere i capelli... non sono ancora riuscito a trovare un taglio che mi piaccia e da tenere... non li tengo lunghi perchè i metallari di norma hanno i capelli lunghi... non mi interessano le mode o gli stili... adoro i pantaloni larghi per esempio... cosa che va contro il look del metallaro... perciò non è detto che in un futuro non mi venga voglia di tagliarli...
10)TI SENTI PIU' ANGELO O PIU' DIAVOLO? CREDI IN DIO?? E NELLA CHIESA???
Dipende dai momenti... un po' angelo e un po' diavolo... non so in cosa credere... sono cresciuto in mezzo a dio e compagnia bella... però i dubbi ci sono sempre... di sicuro mi sta sulle palle la chiesa e le sue istituzioni...
11)IL TUO RAPPORTO COL SESSO COM'E'?TI ATTIZZANO LE TRASGRESSIONI SESSUALI?? E PARTECIPERESTI O HAI MAI PARTECIPATO AD UN'ORGIA??
Mai fatta un orgia ma con le persone giuste e con il giusto tasso alcoolico nel sangue chissà cosa potrebbe succedere... le trasgressioni sono sempre ben accette... rendono la cosa divertente...
12)COSA GUARDI PER PRIMA COSA IN UNA DONNA QUANDO LA STAI PER CONOSCERE?E IN UN UOMO?? TI HA MAI CORTEGGIATO UNA PERSONA DEL TUO STESSO SESSO??
In una donna la prima cosa che vedo sono gli occhi... si capiscono tante cose... poi
ovviamente il fisico ha la sua importanza... un uomo invece deve essere capace di fare casino quando c'è da farne... non penso di essere mai stato corteggiato da un uomo... anche perchè penso che i miei gusti siano ben chiari quindi non vedo che vantaggio ci trarrebbe...
13)CHE IDEA NE HAI RICAVATO DI PETER PUR NEI POCHI CONTATTI AVUTI CON LUI E COME TI PARE QUESTO BLOG??
Devo essere sincero... all'inizio ero scettico... poi pian piano e parlando con MARCO AURILIO ho capito che sei un tipo apposto... però si conosce meglio una persona davanti a un boccale di birra che davanti a uno schermo...
14)PENULTIMA DOMANDA ALQUANTO INSIDIOSA: ACCETTERESTI CHE , PUR DI SOPRAVVIVERE, E NON AVENDO ALTRE POSSIBILITA' DI REDDITO, LA TUA DONNA LAVORASSE COME SPOGLIARELLISTA IN UN NIGHT CLUB??
No... mai... la mia donna è mia... piuttosto mi metto a rapinar banche...
15)INFINE CARO ELIA..QUAL'E' IL TUO GRANDE SOGNO??
Non ho un obbiettivo specifico... penso che per adesso mi potrei accontentare di finire l'università dato che è già un impresa di suo...
BE', CARO ELIA ,SEI DAVVERO UNA PERSONA PIANTATA DAVVERO COI PIEDI PER TERRA.. TI AMMIRO PER LA MATURITA' E L'UMILTA' CON CUI AFFRONTI LA VITA.. TENENDO POI COME STELLA COMETA QUELLA CONCRETEZZA COSI' FRIULANA CHE TI FA' ONORE....
gui boratto - Tipologia (Solee Remix) - GSPCOMP010
un artista che adoro...
una song che mi da' molta atmosfera...
splendida l'armonia che regna nella notte sovrana ...
lunedì 1 marzo 2010
il sondaggio del mese di MARZO..
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
Parte da oggi il nuovo sondaggio per il mese di marzo di questo blog...
Stavolta l'argomento e' il personaggio con cui voi lettori vorreste vedere di nuovo all'opera PETER..
Nelle 5 opzioni si fa riferimento a 5 personaggi con cui in passato PETER ha collaborato in grande o piccola parte..
Principe Maurice, Lady Brian , Davide degli Angeli, Marco Badoer e Mattia Evo...
Si possono anche indicare piu' opzioni... be' cliccate e votate...
BUON SONDAGGIO A TUTTI !!!
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