BENVENUTI nel blog piu' GRAFFIANTE dell'ADRIATICO... cari visitatori che passate di qui', ricordatevi, comunque, sempre ,che questi son semplici appunti DISORDINATI E DISOBBEDIENTI sulla mia vita e su cio' che, via via ,vado incrociando lungo il cammino della mia esistenza...

sabato 20 febbraio 2010

SALVARE LA CULTURA DEL DISSENSO

da AFFARIITALIANI.IT del 11.11.2009

Il mondo cambia, ma il Potere, nella sua ottusità, è sempre lo stesso. Si può colpire con burocratica, implacabile cecità, un evento culturale di qualità e rilievo internazionale (tra i pochi ormai rimastici) per il solo sospetto che qualcuno dei partecipanti, tra un brano di Peter Tosh e uno di Bob Marley, fumi qualche spinello di marijuana?

Questo accade a Osoppo, nel lontano Friuli, dove da anni migliaia di ragazzi convergono da tutta Europa per condividere e socializzare cultura e voglia di libertà sullo sfondo della world music per eccellenza, il bellissimo reggae giamaicano.

Al presidente della associazione Filippo Giunta, che da anni, con passione e competenza, organizza l'evento, si sono presentati nei giorni scorsi i carabinieri notificandogli l'avviso di garanzia. Sulla base di un'applicazione balorda e automatica della legge Fini Giovanardi. Viene contestato l'art.79 che punisce “chi adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 10.000”.

Sembrano gli interventi di trenta, quaranta anni fa di magistrati isterici e misoneisti contro le radio libere o i centri sociali. Allora si parlò di criminalizzazione del dissenso. Nel frattempo il mondo è andato avanti, la società si è evoluta, son mutate le sensibilità e i confini, i permessi e i veti, i confini del lecito e dell'illecito, i delitti e le pene. Ma le logiche e le procedure del Potere sembrano le stesse di allora.

Ci associamo idealmente anche noi di Affaritaliani.it, luogo di cultura e comunicazione alternative e indipendenti, alla protesta politica e alle azioni dimostrative che si stanno organizzando, al grido di: "Non processate Bob Marley".

L'Italia è la culla del diritto ma anche il paese di Muti e Pavarotti. E indietro di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, Lucio Battisti e Vasco Rossi, Andrea Bocelli e Renzo Arbore. Difendiamo la musica, la world art per eccellenza, il linguaggio che accomuna più di ogni altro i popoli e i costumi globali. E difendiamo, ricordando il garantismo di Voltaire e degli illuministi, le culture giovanili non conformiste e i luoghi del confronto e dello scambio culturale. Specie quando sono reali e non virtuali, alla Facebook. Contro l'omologazione delle menti, la banalizzazione delle culture, la spettacolarizzazione delle società, la cecità dei burocrati.

ANGELO MARIA PERRINO

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